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.Samas
Come volevasi dimostrare mio padre sceglieva sempre i casi più disperati o quelli più contorti. Nulla contro i casi disperati, per carità. Adoravo aiutare il prossimo Humanon o meno che fosse. Non mi importava della razza, mi importava solamente di far prevalere la giustizia sempre e comunque, seppur ciò, alle volte, mi facesse passare per il Robin Hood della situazione. Scusate se sono decisamente un ragazzo che ha un senso della giustizia dannatamente spiccato.
Uscii dall'aula di tribunale tirando un sospiro di sollievo. Ero decisamente sollevato. Il mio assistito, accanto a me, era disteso. Lo notavo dai tratti del suo viso, i quali erano rilassati. Assai rilassati. Gli sorrisi rassicurante porgendogli la mano libera dalla borsa, sempre e comunque, straripante pratiche e documenti. Mi congedai dal mio assistito e, allentando relativamente il nodo della cravatta che indossavo, mi avviai verso la segreteria del tribunale per controllare quanto tempo avessi prima della prossima udienza con il prossimo assistito.
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Quorra Lay
Bello, bello e stressante. No, non sto parlando del mio capo. Quello non è propriamente un bell'uomo: è un po' calvo a dirla tutta, prestante si, ma non il tipico Senack mozzafiato. Se non altro esprime luce tutte le volte che parla, beh quello era ovvio, è una sua prerogativa infondo. Ma non stavo parlando di quello. Io parlavo del lavoro in se. Fare l'apprendista già non era semplice e poi, beh ci si mette pure la fila alla macchinetta e la pratica che ...
« La pratica!! »
Esclamai una volta raggiunta la porta ad un passo dall'entrare nella sala. Cavolo, l'avevo in mano. Dopo potevo averla lasciata? Apprendista orrida, orrida apprendista. Ripercorsi a retroso tutti i passaggi che avevo fatto finendo chissà come dietro al bancone della segreteria. Si okay, mi ero messa a parlare con uno che conoscevo, ma dove diamine potevo averl..
« Ahn! »
L'avevo vista, era decisamente lei. deduzione data dalla macchia che avevo fatto tempo prima sulla sua superficie. Non profonda, ma macchia.
Mi rialzai in piedi ritrovandomi dall'altra parte del bancone, avevo gattonato per riprendermi la mia cartellina.. -
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Samas
Avevo una ventina di minuti per incontrare il mio assistito, metterlo a suo agio e prepararlo psicologicamente per il processo che sarebbe cominciato di lì a poco. Mi protesi verso il bancone della segreteria per restituire all'addetta dietro al bancone il programma delle udienze odierne, quando notai una ragazza che era accovacciata a terra, con la manina protesa verso quella che sembrava una pratica. Alzai leggermente un sopracciglio per poi soffocare una risata dettata dalla situazione fin troppo buffa e, soprattutto, fuori dagli schemi, prima di sbottonare la giacca e chinarmi a raccogliere la pratica che quella ragazza stava tentando di prendere.
« A te. »
Conclusi sorridente porgendole, con la mano libera dalla borsa, quella agognata cartella macchiata sul dorso. Okay, quella ragazza era fin troppo spontanea, dovevo ammetterlo.. -
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Quorra Lay
Mi alzai e sbattei le manine ed il vestito elegante e tubino che indossavo per non tenermki la polvere tutta addosso prima di mettere sulle labbra un sorriso immenso ed avanzare sempre quelle manine - ora pulite - verso il ragazzo che aveva raccolto la mia pratica.
« Grazie. »
Dissi con la mia solita luce radiosa che sprizzava ovunque. Molto insubordinante in effetti, in stono con il grigiore del cielo e delle strade, mettevo luce anche nella stanza color camomilla dove ci trovavamo. Saranno stati i denti troppo bianchi. Un momento, ma se avevo le mani in avanti ... dove avevo messo il caffè?
Mi maledissi alquanto continuando a sorridere a quel ragazzo. Se non lo avessi trovato sul bancone, io la fila non la sarei tornata a fare un'altra volta. Giuro!. -
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Samas
Sorrisi nuovamente a quella ragazza, mentre la vedevo alzarsi e prendere la cartella che le stavo porgendo. Avevaun sorriso decisamente solare. Cavolo. Faceva contrasto con quell'atmosfera cupa che aleggiava ovunque. Da dove spuntava fuori quella ragazza? Mah. Mistero.
« Di nulla. »
Le risposi per poi non riuscire a tenere a freno la mia curiosità e continuare quella conversazione dopo aver constatato, controllando l'orario sull'orologio al polso, che avevo ancora tempo e che, chissà come mai, il mio assistito non era ancora arrivato.
« Pure tu avvocato? »
Le chiesi semplicemente guardandola velocemente da capo a piedi. Carina lo era, ma, di certo, non potevo permettermi di perdermi in pensieri come quello. Non in quel luogo ove il rigore era d'obbligo.. -
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Quorra Lay
Tornai seria, ma non del tutto. Diciamo che tolsi l'immagine di sponsor ufficiale della Mentadent e mi posi una semplice aria giocosa sulle gote che si colorarono un poco al pensiero: uno, che quel bell'alto ed elegante ragazzo stesse parlando con quella che poco prima gattonava per recuperare la cartellina sparita, e due per il fatto che mi preoccupavo del mio caffè.
« Ehm.. solo apprendista per ora. »
Risposi cortese voltandomi a controllare. *Piuff* era li dietro di me, sul bancone. Mi allungai senza voltare le spalle e lo presi custodendolo come fosse merce rara. Non lo era in verità, ma ero più tranquilla ora che se ne stava caldo fra le mie braccia e la cartellina sotto il braccio destro.
« Io invece sto parlando con un professionista? »
Domandai una volta sciolte le spalle rivolgendo un'occhiata complice a quel ragazzo.. -
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Samas
Finalmente aveva trovato quello che tanto aveva cercato con lo sguardo. Pure io, al suo posto, avrei cercato quell'agognato caffè. A dire la verità... Forse un caffè, in quel momento, non mi avrebbe fatto male. Decisamente no, ma non era per niente professionale farsi trovare dal proprio assistito a bere un caffè con un'apprendista. Un momento. Apprendista?! Oh, cavolo. Non dovevo avanzare nessuna frase a doppio senso, seppur fin troppo velato, se no il giudice per il quale lavorava mi avrebbe rifatto il fondoschiena in aula, qualora mi fossi ritrovato nella stessa aula di quest'ultimo.
« Sì, sono un professionista. Scusa. Perdonami! Samas, piacere. »
Conclusi porgendole, sorridendole solare, la mano libera dalla borsa, dopo aver controllato che il mio assistito non fosse ancora comparso in quel tribunale. Un momento. Dove caspiterina era finito? Non poteva arrivare in ritardo, maledizione!
« Se non chiedo troppo... Apprendista di quale grande mente pensante di questo tribunale? »
Quella era pura curiosità, tramutatasi in una semplice domanda spontaneamente espressa. Okay, torno a parlare normale, altrimenti vi viene voglia di riempirmi di botte per quanto io sappia parlare in modo forbito.. -
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Quorra Lay
Sorrisi vedendo la sua mano. Mi adoperai per dare la mia senza perdere nulla per strada. Cavolo, ancora mi trovavo dove non di dovuto. Dovevo andare da Clausor per l'appunto.
« QuorraLay. Ehm, volevo dire Quorra Lay. »
Io e la mia solita mania di dire tutto il nome velocemente. Pareva attaccato, ma non lo era. Quorra o Lay sarebbero bastati in mondo amicale, ma per ovvie ragioni dovevamo tenere un contegno in quel luogo - contegno che detto fra noi io non possedevo innato - così formale.
« Il grande capo è invece il Sig. Clausor, senack. »
Dicevi poco al pronunciare la sua razza. Era risaputo che la forza convincitiva di una di loro era molto più elevataa per la loro propensione a disperdere luce interiore. Ecco forse perchè mi aveva scelta come sua apprendista, io a quanto luce ne avevo da vendere. Magari avevo sangue Senack nelle vene. Mi sarei sentita un angelo in tal caso.
« Ma non voglio trattenerla. »
Era un professionista, dovevo dargli del Lei quanto meno.. -
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Samas
Sorrisi veramente, ma veramente, solare e sincero alle sue parole. Era decisamente diretta e non aveva proprio peli sulla lingua quella ragazza. Glielo dovevo riconoscere. Peccato che dovetti indossare nuovamente quella maschera pirandelliana da avvocato sicuro si sé quando nominò il suo "grande capo".
"Proprio Clausor. Ottimo. Decisamente ottimo."
Constatai mentalmente per poi notare che mi stava dando del lei. Sospirai a bocca chiusa guardandola in volto
« Primo: il lei non serve. Non sono così vecchio, sai? Secondo: non ti preoccupare. Sto aspettando un cliente. »
Ammisi sorridendole solare. Non volevo che si sentisse in soggezione per via del mio lavoro. Essere un avvocato comportava ricevere rispetto dal prossimo, ma si rimaneva, comunque, delle persone comuni, nient'altro.
« Scusa, ma il mio assistito è arrivato. Se vuoi dopo la causa andiamo a bere qualcosa, ti andrebbe bene? »
Le chiesi senza voler calcare troppo la mano. Avevo scorto, da lontano, il mio assistito. Dovevo andare a riceverlo con tutti gli onori, per non parlare che avevamo un quarto d'ora scarso per ripassare la nostra linea di difesa in aula.. -
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Quorra Lay
Okay, non avevo parole. Mi disse di non dargli del Lei e la cosa mi sollevò, ma mi sentivo di aver fatto comunque una figura pessima. Il che mi costrinse a non aprire bocca. Mi limitai a scuotere la testolina capelluta che mi ritrovavo a destra e sinistra con velocità prima che aggiungesse la seconda frase.
Quella decisamente mi lasciò ancora più senza parole. Cavolo, mi stava offrendo da bere. Oh mamma. Il movimento negativo si tramutò rapidamente in uno positivo, ma non aggiunse parole e mantenne la stessa velocità del precedente.
Mi dovetti obbligare a proferire parola prendendo coscienza di me.
« Ci troviamo qui? »
Conclusi per dare conferma di aver capito e di non essere solo una testa movente. Sorrisi grande come la stanza stessa e lo vidi congedarsi. Mi dovevo dare una mossa. Clausor chissà, ormai mi dava per persa con il suo caffè.. -
.SPOILER (click to view)Dopo quest'assenza, sono imperdonabile... <.< A parte che, tra parentesi, ero quasi totalmente convinta di aver risposto. Boh. Sono fusa... Sorry. >.<
Samas
Non aveva declinato l'invito. Ciò era decisamente ottimo. Le sorrisi solare e, alcontempo, cordiale dato che non volevo mostrarmi come un novellino alle prime armi dinanzi al mio cliente che si stava guardando intorno con fare titubante nell'immenso ingresso di quell'edificio adibito alla giustizia. Dovevo raggiungerlo e anche alla svelta se non volevo essere etichettato come uno stupido dongiovanni che anteponeva le ragazze ed il suo piacere personale al lavoro. Non ero mai stato così, figuriamoci se lo diventavo ora.
« Certo. A dopo la causa, allora. »
Le dissi per poi salutarla sorridendole solare e avanzare con passo deciso verso il mio assistito, sempre più inquietato da quel luogo. Lo sapete che io Chromatron non li sopporto, vero? Ecco. Quell'Humanon che avevo di fronte era inquietato a morte da uno di loro. Non so come avesse fatto a trovare il coraggio di presentarsi in tribunale sapendo il rischio che correva. Fu così che, una volta rassicurato, almeno apparentemente, lo scortai formalmente dentro all'aula ove si sarebbe tenuto il processo al quale lui era stato convocato.. -
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Quorra Lay
Piglia caffè, piglia pratiche e corri da Clausor. Dannazione, dannazione me e le mie perdite di tempo, le mie pratiche perse, i miei caffè freddi e chissà quante altre cose. Non ebbe tempo di bere il caffè - per fortuna o mi avrebbe accoppato urlandiomi che era freddo - perchè si stava preparando il discorso di apertura per la corte. Camminava frenetico a destra e sinistra percorrendo tutta la stanza. Mi veniva il mal di mare. Bevvi io la brodaglia fredda perchè quel suo muoversi mi metteva inquieta e dovevo fare qualcosa per passare il tempo. Poi quel caffè per quanta caffeina ci potesse essere dentro, sarebbe stato più calmante che il suo movimento. Time has come.
« Clausor, tocca a noi. »
Lo richiamai dai suoi pensieri ed entrammo in aula con fare regale. Era un Senack e lo si vedeva. I suoi modi infondevano un senso di luce e consapevolezza che forse nemmeno sapeva di avere. Io lo ammiravo così tanto. Non avevo occhi per per la giuria ed il giudice. Come diceva sempre lui.
" Non guardare nessun'altro quando entri. Distrae e basta. Devi pensare al tuo obbiettivo ed attraverso il primo contatto di sguardi capire la spicologia di ognuno. "
Si certo.. robetta da nulla per una svampita come me!. -
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Samas
Oh, dannazione. Come avevo pensato prima, avere Clausor come contropartita era un gran casino. Dovetti fare appello a tutto il mio buon senso per non imprecar dopo aver assistito alla sua entrata trionfale. Papà lo diceva sempre: i Senack sono imbattibili in quanto a regalità e ad accaparrarsi il parere positivo della giuria. Avrei dovuto inventarmi qualcosa di altrettanto altisonante per non risultare insignificante.
Mi sistemai appena la cravatta e guardai il mio cliente. Oh, diavolo! Stava trmando come una foglia! Gli appoggiai una mano sulla spalla - al diavolo che non fosse quasi per niente professionale quel comportamento - nel tentativo di rincuorarlo. Non doveva dimostrarsi timoriso e dubbioso della sua versione. Lui aveva ragione.
« Andrà tutto bene. Glielo garantisco. Si fidi di me. »
Entrammo a nostra volta e ci posizionammo dietro al tavolo inerente alla difesa. Non so come, ma i Senack erano sempre stati degli ossi fin troppo duri da contrastare. Eppure mi battei con tutta quella verve che mio padre mi aveva insegnato durante tutti quegli anni.
Uscimmo, io ed il mio cliente, trionfanti, seppur mantenendo quella sobrietà che ci aveva contraddistinti durante il nostro ingresso in aula. Mi congedai dal mio cliente che ancora stentava a credere di aver avuto un parere così positivo da una giuria a lui ignota. Andai a registrarmi all'ingresso per quanto riguardava l'udienza appena conclusa e attesi, dove ci eravamo trovati prima, Quorra Lay per poi portarla a bere qualcosa, sempre che mi avesse voluto parlare vedendomi totalmente trasformato in boia senza falce poco prima in aula.. -
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Quorra Lay
Entro, guardo la giuria, guardo il giudice, mi accomodo e sto con la schiena dritta. poi guardo verso la difesa e.. " Oh perdicibaccolina, quello è Samas. "
Si, ottimo lavoro Quor, fai proprio come ti dice Clausor. Guarda la giuria e non farti distrarre, come no! Io ero proprio adatta. Eppure come lavoro mia piaceva. Anche io avevo una parlantina convincente e che incantava nonostante friggesse aria. Un lavoro lo devi avere un po' nel sangue non vi pare? Ad ogni modo a Clausor vincere o perdere non faceva differenza. Una volta proferita la sentenza si recò presso Samas con quella serenità innata e si congedò da lui per primo e seguentemente da giuria e giudice con una rasserenante stretta di mano ed un sorriso. Era un po' meno sorridente quando sbagliavo le cose, ma in linea di principio lo era abbastanza. Ci dirigemmo poi fuori e rimesse le pratiche al loro posto ci salutammo in vista della giornata successiva nella quale avremmo dovuto vederci alle 10.00 con il solito cliente di turno. Trotterellai felicemente libera verso il luogo convenuto da me e quell'avvocato per il nostro dopo causa anche se non ero sicura avrebbe ancora voluto una volta saputo che ero stata la sua concorrenza sul campo. Eppure io non potevo più trattenermi, io dovevo dirgli che..
« Sei stato magnifico in aula oggi. Un discorso davvero degno di un avvocato di alto livello. »
Ecco, ora che lo avevo detto stavo meglio. Gli ero comparsa da dietro tipo presenza oscura od ombra sospetta. Speravo solo di non avergli fatto prendere un colpo!. -
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Samas
Ero sovrapensiero, lo ammetto. La causa mi aveva preso e, ad essere sinceri, mi stavo ancora chiedendo come avessi fatto a far prevalere la difesa del mio cliente rispetto all'accusa ordita da Clausor. Oh, amen. Non volevo più pensarci. Quando ero in aula ero decisamente un'altra persona. Manco fossi stato il figlio non riconosciuto del dottor Jekyll e sappiamo tutti che non aveva una personalità così tanto semplice da comprendere.
Sentii a mala pena i passi alle mie spalle, ma non feci una piega quando Quorra Lay mi spuntò dietro come una sorta di presenza a me ignota e, quasi, incorporea.
« Mai quanto il tuo mentore. »
Le dissi modestamente abbozzando un sorriso girandomi, ancor prima di parlare, verso di lei. Mi sembrava educato guardare in faccia le persone mentre parlavano o mentre ci parlavo.
« Posso invitarti a bere qualcosa, o rischio il linciaggio in quanto concorrenza piuttosto attiva del tuo mentore? »
Le chiesi sarcastico sorridendole solare. Non la volevo di certo obbligare a venire a prendere qualosa da bere con me. Infondo non ero nessuno per lei, se non un avvocato che aveva - spudoratamente - stracciato sul suo campo il suo mentore..
