Tell me what you want me to say

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ETHELWEARD

lunch, cafeteria

CONTINUA DA: into my personal hell
Le cose, da quando Anemone era intervenuta, stavano andando decisamente molto meglio. Almeno per uno di noi. E detto questo non mi riferivo sicuramente a me anzi, io venivo trattato anche peggio, ma non avevo intenzione di lamentarmi. Prima o poi le cose sarebbero cambiate e, a quanto pareva dovevo aspettare il momento giusto per farmi valere... O una stronzata simile, in ogni caso non avrei prestato più di metà della mia attenzione ad un vecchio che, impossibile ma vero, era ubriaco marcio. Non me ne fregava assolutamente nulla se mi trattavano male, il comportamento dell'altra gente nei miei riguardi non mi aveva mai influenzato. Forse era proprio per questo che ero una persona così associale, disgrazia su di me.
Fortunatamente la piccola creatura che baldanzosa ora camminava al mio fianco era trattata come un cucciolo di cane reale, il mio scopo l'avevo ottenuto ed ora, solo mio era il compito di non farlo diventare un animale viziato ed ignorante. Quello che sembravano fare tutti quelli che lo coccolavano come un gattino da salotto, era un lupo santo cielo e doveva essere trattato come tale!
« Kyors qua, non andare più avanti! »
Il lupo si fermò per aspettarmi, i miei ordini erano l'unica cosa ancora in grado di fermarlo. Se non mantenevo quel tono autoritario, pur mostrandogli il mio affetto, sapevo che una volta cresciuto avrebbe cercato di sfidarmi. Dopotutto era un animale che si affidava al capobranco, che gran peso che mi ero preso, ma sarebbe stato un amico fedele, ne ero sicuro. E dovevo crederci...
Raggiungemmo la mensa ed io ebbi la mia razione, così come Kyros, non so ancora come aveva fatto ad ottenere le sue grazie, ma la ragazza che era di turno mi aveva strizzato l'occhio e mi aveva allungato una mezza bistecca, più che sufficiente per sfamarlo, al momento. Come al solito, mi sedetti ad un tavolo vuoto per mangiare, poi sarei andato a vedere le miei mansioni per il pomeriggio. Con disinvoltura lanciai un pezzo di carne al mio compagno che lo prese al volo. Se gli era stato dato, voleva dire che era a posto e che non eravamo in nessun guaio. Ci speravo...
Sorrisi tra me e me ed iniziai anche io a mangiare.

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Ethelweard

Proprio mentre stavo per mangiare il mio ultimo pezzo di carne, la stessa ragazza che ci aveva servito generosamente arrivò e si accucciò vicino a Kyros. Non era ancora grande per rappresentare nessuna minaccia (se non per i topi che ogni tanto aveva la fortuna di cacciare) per cui non dissi niente a lei che allungò una mano per farsi annusare. D'altronde i morsi che dedicava agli umani erano solamente giocosi, ancora...
Non rimasi per nulla deluso quando ella si rivolse direttamente a lui chiedendogli il suo nome, mi ero abituato al fatto che una piccola palla di pelo rappresentasse una ben più amorevole attenzione che la mia. Riscuoteva un enorme successo nella maggior parte donne, anche se non mancavo quelle che -come gli uomini- lo guardavano con disprezzo come facevano con me, a tal punto da chiedermi se fosse davvero necessario essere così “carini”. Speravo, almeno, che una volta cresciuto, avrebbe perso quel suo lato; o si sarebbe dimenticato di essere un animale selvaggio per prendere il posto di un cagnolino da compagnia?
« Il suo nome è Kyros. E chi sarebbe questa ragazza di cui ha rubato tutto l'interesse? »
Chiesi in modo giocoso. Era piacevole abbassare la guardia qualche volta, non succedeva spesso che qualcuno si dimostrasse così gentile nei nostri confronti. A parte Anemone, ma nemmeno lei si era abbassata ad un tale comportamento, immaginavo che essere il capo comportava un atteggiamento sempre rigoroso.
Finii di mangiare, decidendo di lasciarli un momento da soli per sgombrare il tavolo. Non ci avrei messo più di un minuto a ritornare. Poco dopo ero già comodamente seduto, mentre lei non si era ancora mossa dalla sua posizione.

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Ethelweard

Finalmente decise di curarsi anche di me e si alzò per presentarsi a dovere, non era cosa comune dare la precedenza agli animali, ma ognuno aveva il suo modo di essere e a me di certo non interessava dare giudizi su una ragazza che nemmeno conoscevo. Chi ero, comunque, per poterlo fare?
Quando allungò la mano verso di me io gliela strinsi senza troppi complimenti, infondo mi era stato insegnato che una buona stretta di mano era l'inizio di una bella presentazione.
« Io, invece, sono Ethelward, ma puoi trovare un nome più semplice se hai voglia di non complicarti l'esistenza inutilmente.»
In ogni caso nemmeno io ero un gran fan dl mio nome, ai tempi sembrava piacesse solamente a mia madre. Si vedeva che era lì da più tempo di me, lo dimostrava già il fatto che fosse un medico, mentre io non avevo nemmeno la possibilità di rendermi utile come avrei desiderato... ancora.
« Sì, effettivamente sono qui da pochissimo tempo. Così poco che persino i miei compagni di camerata devono abituarsi alla mia e, specialmente alla sua, presenza. E se posso essere sincero non vedo l'ora che questa situazione termini. »
Non ero solito parlare così apertamente, era davvero strano che con lei mi venisse naturale, ma decisi di non darci troppo peso.

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